Quando l'impegno non va in vacanza

19 luglio 1992. Una data che rimbomba nella testa di noi cittadini italiani. È innegabile che certe memorie e certe cicatrici, che ci portiamo dietro, facciano male anche a distanza di venticinque anni. E molto probabilmente continueranno ad angosciarci e tormentarci, sempre di più, assumendo (speriamo) un risvolto positivo: risvegliare in noi giovani quella voglia di giustizia che purtroppo non è ancora venuta a galla. Abbiamo un assoluto bisogno di quel vento di primavera. Perché è così, noi giovani, continuamente screditati e ingiustamente etichettati come “sdraiati” (questa tipologia di giovani esiste, purtroppo, ma non è diffusa come invece molti vorrebbero affermare) più di una volta ci siamo mostrati in prima fila. Ma a quanto pare, continuando a sbraitare i soliti pregiudizi, qualcuno preferisce continuare a credere che i giovani siano tutti indifferenti. Ebbene, non sono soltanto i più anziani a scendere in piazza, a protestare, a far sentire la loro voce. Oggi (come ieri) siamo anche noi giovani a farci sentire. Quelle piazze che ricordano i morti per mafia, che abbiamo avuto modo di vedere e fotografare, erano gremite di ragazzi. Qualcuno portava sotto braccio una bandiera. A distanza di qualche mese ho ancora impressa nella mente l’immagine di Piazza della Repubblica, di quei tanti miei coetanei con le bandiere sguainate al vento, con uno striscione che portava il nome di qualche vittima, con il sorriso di chi è giovane ed è convinto che non sarà la mafia a mettere i tentacoli sul nostro futuro.

Ieri, mercoledì 19 luglio, giorno della commemorazione della strage di via d’Amelio, tanti ragazzi si sono riuniti a Pietralunga per passare del tempo insieme, per informarsi, per condividere pareri ed emozioni. A scuola ne avevamo parlato insieme, quando il segretario regionale di Libera è venuto da noi al Pieralli, per tenere un incontro con varie classi dell’Istituto.“EstateLiberi” è il nome del progetto grazie al quale “le generazioni si incontrano con gli occhi e con il cuore”, scrive la pagina facebook  di Libera Umbria. Incontri ed eventi di questo genere assumono grande valore e sono l’occasione per piazzare qualche tassello in più dentro di noi. I ragazzi presenti, tra le tante cose, hanno avuto modo di dialogare con il Procuratore Generale della provincia di Perugia, Fausto Cardella. Dopo la discussione, i ragazzi hanno guardato il “docufilm” su Paolo Borsellino e la strage di via D’Amelio trasmesso da Rai1.

Non lo dico solamente perché sono un ragazzo di diciassette anni (quasi) e di conseguenza perché appartengo alla categoria, ma fidatevi, quei giovani di oggi a cui sono rivolte le principali critiche sono gli stessi che non abbassano la testa e che alzano la voce, che si informano, che studiano, che scendono in piazza per dire la loro. Pertanto credo siano queste le più belle pagine di quel capitolo chiamato futuro.

Emanuele Liberti

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