Mediterraneo

Mare nostro che non sei nei cieli 
custodisci le vite, le visite cadute  
come foglie sul vialefai da autunno per loro  
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte
di padre e di madre prima di partire.

Questa è la preghiera laica di Erri de Luca per i migranti morti nel Mediterraneo.
Questa volta sono morte 800 persone in quella lingua di mare infernale chiamata Mediterraneo. Una marea di 800 persone tra cui uomini, donne e bambini chiusi in un barcone schiacciati fino all'inverosimile.
E' difficile capire come più di 800 persone possano entrare in un barcone e quali poi siano le loro condizioni durante la navigazione.


E pensare che gli schiavi africani che nell'800 partivano dall'Africa verso l'America avevano condizioni migliori ed erano più sicuri di chi invece oggi parte dall'Africa per l'Europa. Infatti, gli schiavi potevano "godere" di 1,80 metri di lunghezza e 0,41 m di larghezza ed erano più sicuri di arrivare alla loro meta.
Oggi i migranti che lasciano la loro nazione e si immettono nel Mediterraneo, sono chiusi in spazi piccolissimi e probabilmente, come avvenuto in questo caso, finiscono per perdere la loro vita prima di arrivare a destinazione.

Se fossero "solo" 800 le persone decedute durante le tratta clandestine, in fondo, non ci troveremmo di fronte ad una così grave poi emergenza; se sommate ad ogni vita persa in quel mare in modo così vergognoso, allora questi ennesimi caduti ci fanno rendere conto che bisogna iniziare ad analizzare bene la situazione e capire che esiste un problema, reale, tangibile e che deve essere affrontato capendone le cause e le possibili soluzioni.

La causa è l'invisibile responsabilità dell'Occidente. La causa sono le continue guerre che molti paesi dell'Africa Sub-Saahariana che ora anche quelli del Nord Africa devono affrontare. Guerre che molte volte sono provocate da noi occidentali che mandiamo questi paesi nella crisi più totale. La Libia ne è un esempio lampante. Una nazione che fino al governo di Gheddafi era forte politicamente ed economicamente, ma che la nostra insulsa guerra ha portato non alla democrazia a cui auspicavamo tutti, ma a una crisi politica, sociale ed economica che ha favorito gruppi di fanatici islamici che mettono a ferro e fuoco la nazione facendo scappare i Libici.

Bisogna  riflettere però sulle possibili soluzioni per fermare queste stragi in mare. Le opzioni su cui politici italiani ed europei stanno riflettendo sono sostanzialmente due: il blocco navale e il corridoio umanitario.
Sicuramente la prima opzione risulta come la più ipocrita ed impensabile perchè non solo l'Occidente provoca guerre ai paesi africani ma in questo modo, sembra si dica alle persone che vedono la loro vita in pericolo, che dovranno stare là, a combattere e a vivere una guerra che non hanno provocato loro. L'altra è il corridoio umanitario, opzione più auspicabile, che prevede che queste persone richiedenti asilo politico vengano accolte e portate in Europa non tramite scafisti illegali, ma dalle autorità incaricate per poi essere gestite dai i vari paesi dell'Unione Europea.

Al di là però delle possibili risposte, c'è solo una cosa che è assolutamente necessario fare: fermare queste stragi in mare. Questa, con oltre 800 vittime, non è stata la prima e probabilmente, se la questione continuerà ad essere irrisolta, non sarà nemmeno l'ultima.

Simone "Charb" Emili




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